Calciopoli | la reazione di Moggi: "Era una sentenza già scritta ma non mi arrendo.."

Il giorno dopo la sentenza del processo di Napoli sui fatti inerenti a Calciopoli che ha visto le condanne per ben 16 imputati tra cui l'ex direttore generale della Juventus Luciano Moggi, 5 anni e 4 mesi, giungono le prime reazioni dei diretti interessati.

Naturalmente la notizia che ha fatto più clamore è proprio quella che riguarda Moggi che negli ultimi 2 anni in fase di dibattimento aveva presentato nuovi indizi che a suo parere e del proprio legale avrebbero dovuto portare all'assoluzione. Ed invece rispetto all'iniziale richiesta da parte dei pm, 5 anni e 8 mesi, si è arrivati in pratica ad uno 'sconto' di 4 mesi.




Queste le prime reazioni di Moggi dopo che ieri sera a caldo non ha voluto rilasciare dichiarazioni: "Siamo al primo round, la sentenza era già scritta. Adesso vediamo cosa accade in appello. Ci sono delle stranezze che non capisco, come cosa c'entra la Juventus e il sottoscritto in alcuni dubbi su Chievo-Fiorentina? Sicuramente andremo in appello. Spero in una sentenza vera e non in una già scritta. Per la Juventus niente responsabilità oggettiva? Non capisco neanche il comunicato della società bianconera in merito dato che in campo c'era la squadra e non il sottoscritto. E' la vita. Cercherò di leggere e capire tutto quanto, sicuramente mi difenderò. Come sto? Umanamente mi sento bene. Ho combattuto per me come per tutti coloro che sono stati distrutti da questo processo. Dopo il primo interrogatorio sono rimasto tranquillo perché non c'è niente di sostanziale. Finché avrò forza combatterò questa battaglia. Sono deluso da tutto. La giustizia sportiva ha fatto un processo con 20 telefonate su migliaia e migliaia. La giustizia ordinaria pensavo che fosse uguale per tutti e invece è stata una sentenza già scritta. Io mi adopererò ancora perché l'appello abbia una fine diversa da questa. Io non sono preoccupato perché conosco come sono andati i fatti. La Juventus ha vinto perché era la più forte punto e basta. Sapevo che eravamo spiati dalla Telecom ben prima che uscisse la notizia. Mi sono difeso prendendo schede estere per tutelarmi e non per cercare di commettere situazioni illecite. Era solo un modo per evitare di essere spiati".
Intanto appare evidente che la strategia portata avanti dai legali di Moggi non sembra aver portato i frutti sperati come evidenziato ieri sera nel corso dello Speciale che Rai Sport ha voluto dedicare al Processo di Napoli su Calciopoli. Durante la trasmissione infatti si è rimarcata la considerazione che anche se fosse stata una prassi comune a più soggetti, il comportamento di Luciano Moggi, questo non significa che sia consentito dalla legge.

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